Una donna al comando


Per quale motivo una leadership al femminile può essere la risposta più concreta ed efficace alle esigenze delle aziende?

Mai come in questi mesi si parla di donne al comando.

Non più solo serie televisive vedono protagoniste donne in ruoli apicali, ma anche la vita vera: nelle istituzioni, nello sport, nei tribunali, negli ospedali.

Intanto, il rumore dei media non ci faccia perdere di vista che, oggettivamente, le donne nei ruoli chiave, sono ancora in minoranza.
E nondimeno – e non con un senso di partigianeria vi assicuro! – ritengo che sia utile comprendere quali grandi vantaggi, in quest’epoca, la leadership di una donna comporta.

Le donne sanno quali fattori occorrano per raggiungere traguardi ambiziosi e quanto occorra lavorare sodo, dovendo competere con candidati uomini a cui la storia ha da sempre riservato la corsia preferenziale.

Tutte le conquiste ottenute dalle donne hanno un comune denominatore: la capacità di attivare il cambiamento.

Le grandi donne della storia delle quali conosciamo nome e cognome, così come quelle comuni, hanno nel DNA il coraggio e la determinazione giusti per rompere schemi radicati e ripetuti nelle società e nelle famiglie.

Ma da dove arriva questo coraggio e questa determinazione?

Quanto è buona una mela se hai fame e te la sei guadagnata? Se invece puoi mangiarla tutti i giorni pescando dal cesto della frutta ogni varietà, sarà ancora così buona?
Quanto si apprezzano le cose difficili e ambite?
Le donne hanno ancora parecchie conquiste da portarsi a casa, parecchi frutti da mettere nel loro cesto.

Questa ambizione è essa stessa un frutto: è il frutto della resilienza.

La resilienza è l’insieme di tante abilità sviluppate ed allenate dal duro e costante lavoro che ha richiesto ambizione, volontà, determinazione, audacia, empatia, comprensione, autoironia e miglioramento continuo.
Chi per secoli si è vista negare scelte e opportunità solo per diversità di genere, ha dentro spinta e motivazioni per portare a termine i propri obiettivi.

Quando una donna assume la leadership, è già allenata ad usare tutte queste abilità e lo fa con coerenza, forza e spontaneità, coinvolgendo, guidando e motivando le sue risorse e il suo team, dimezzando le dispersioni, i conflitti e moltiplicando lo stimolo e la proattività.

La donna non è una minaccia alla leadership maschile, ma una soluzione a tanti problemi che oggi la leadership deve risolvere.

Ancora troppi uomini hanno delle remore a rapportarsi serenamente alla pari con una collaboratrice donna, arrivando anche a volte a screditarla.

Eppure, sarebbe molto utile pensare alle donne e agli uomini come a persone complementari, da scoprire e valorizzare nei loro talenti per arricchirsi a vicenda, compensando le reciproche debolezze per colmare quel divario che da sempre è aperto quando si parla in termini di generi.

Donne e uomini non devono rappresentarsi come una reciproca minaccia: la diversità serve a stimolare il confronto e ad aprire la vista a nuove prospettive.

Inoltre, in ogni persona è presente sia il lato maschile che quello femminile e quando questi sono accettati, regnano equilibrio e armonia.

Anziché ragionare per differenza e divisioni, ragioniamo in termini di somme e moltiplicazioni: nessuno toglierà nulla all’altro ma semplicemente si uniranno abilità e caratteristiche diverse.

Ora è più chiaro perché la leadership al femminile può essere una risposta concreta ed efficace alle esigenze di un’azienda?

Proviamo a calarci nei panni delle imprenditrici e degli imprenditori e mettiamo in fila tutte le capacità che abbiamo elencato: riconosceremo che sono gli ingredienti dell’unica ricetta capace di nutrire il cambiamento che tante aziende auspicano per crescere.

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